Lupus in fabula
Secondo il monitoraggio dell’Ispra, nella nostra penisola vivono 3.300 lupi. Un successo ecologico che, tuttavia, mette di fronte a qualche riflessione. Ma prima delle riflessioni, cerchiamo di conoscere un pò meglio questo grande carnivoro .
Il lupo è, tra tutte le specie selvatiche della famiglia dei Canidi (ordine Carnivora), l’animale di maggiori dimensioni.
I suoi parenti più stretti sono il coyote, lo sciacallo, il dingo e il cane domestico.
Di tutti questi animali, i lupi sono senz’altro i più evoluti: la loro organizzazione sociale è altamente strutturata e regolata da un sistema di comunicazione e interazione di gruppo difficilmente riscontrabile nel regno animale.
La corporatura del lupo è snella e robusta e le dimensioni ricordano quelle di un pastore tedesco. Il lupo della popolazione italiana ha un peso compreso in media tra i 25 e i 35 kg, con maschi adulti che possono raggiungere pesi di 40-45 kg.
La lunghezza di un esemplare adulto è di circa 110-115 cm, alla quale va aggiunta ancora la coda che misura in media 30-35 cm. L’altezza al garrese è compresa tra i 50 e 70 cm.
La colorazione del pelo è molto variabile sia a livello sotto specifico che individuale e varia da toni beige-rossicci più tipici dei periodi estivi, a quelli marroni-grigiastri con sfumature nere più tipici del manto invernale. Una caratteristica del lupo della popolazione italiana sono le due bande nere sugli arti anteriori.
Il ritorno del lupo in Italia è di enorme interesse e importanza sia dal punto di vista ecologico sia dal punto di vista culturale. Il lupo era infatti scomparso dal nostro territorio, basti pensare che mentre durante gli anni ‘50 la specie si trovava lungo tutto l’Appennino, all’inizio degli anni ‘70 subì un duro attacco tanto da divenire specie protetta.
Nel 1971 i lupi presenti nella Penisola erano solo trecento, per questo iniziò la campagna del Parco Nazionale d’Abruzzo e del WWF per difendere e proteggere questa specie a rischio.
Perché il lupo scomparve?
Prima di tutto la caccia da parte dell’uomo ne dimezzò la specie, così come l’uso del veleno perché considerato un animale pericoloso per l’uomo e l’agricoltura.
Oggi, fortunatamente, si assiste a un ritorno del lupo che, pian piano, sta tornando a ripopolare le nostre montagne, sia Alpi sia Appennini. Infatti, vi sono diverse notizie che testimoniano come questi animali siano tornati sul nostro territorio, da Nord a Sud.
Perché il lupo è importante in natura
La presenza del lupo in natura è fondamentale, perché questo animale svolge un ruolo ecologico in grado di garantire la biodiversità.
Ricordiamo che si tratta di un predatore, le cui prede sono gli ungulati selvatici, ossia cinghiali, cervi, caprioli, daini, camosci e mufloni. Il lupo è, quindi, il predatore in cima alla catena alimentare per questo garantisce un ecosistema in equilibrio e ricco di biodiversità, per tale motivo la sua presenza sul nostro territorio è essenziale.
Lupo: un mito da sfatare
Complici anche le storie che i nostri genitori ci raccontavano da piccoli, ormai la figura del lupo è vista come animale cattivo e pericoloso per l’uomo.
In realtà, il lupo è pericoloso tanto quanto altri animali selvatici, come l’orso o il cinghiale; ed è interessante ricordare che negli ultimi anni non si sono verificati attacchi da parte del lupo verso l’essere umano. L’ultima testimonianza risale addirittura al 1805.
Il lupo quando percepisce la presenza dell’uomo si allonta, questo animale ha paura dell’uomo e se ne sta alla larga; basti pensare che riesce a sentire la nostra presenza a più di 1 Km di distanza. Per questo, la figura del lupo come pericoloso per l’uomo è soltanto nel nostro immaginario, è un mito assolutamente da scardinare poiché questo animale è da proteggere e tutelare per il benessere e l’equilibrio di tutto l’ecosistema.